Piazza Navona 2
E poi ci sono i luoghi degli esorcismi.
Non quelli del film che ci ha tolto il sonno per decenni.
Quelli reali. Di travertino e pietra e mattoni con il selciato di sanpietrini.
Quelli che si fa fatica a tornarci.
Fa ancora male, forse. Come le vecchie cicatrici che pizzicano quando cambia il tempo.
Liberty nero, lungotevere deserto, tor di nona, guanti mascherina e autocertificazione in tasca (farmacia). Direzione piazza Navona.
Stavolta da via Zanardelli e non da corso Rinascimento.
Guardare le cose da un’altra prospettiva.
Percorsi ellittici come le parole.
Quanto spazio.
Quanto cielo.
In lontananza la mano del Rio de La Plata e il campanile di Santa Agnese in Agone con la cancellata chiusa.
Non c’è rivalità tra i due geni. Bernini e Borromini. Lo Scultore e l’Architetto del Barocco. Si sostengono e si fanno compagnia in questo tempo sospeso e silenzioso.
Il fermo immagine della compressione dello spazio tra la mano e il campanile l’ho gettato nella fontana. Un ricordo prezioso come il soldino a Fontana di Trevi. Per tornare ancora ad ammirare tanta Bellezza.
La bellezza di uno spazio perfetto. Ora poco abitato. Un ragazzino che gioca a passaggi con un’arancia. Una bimba e le sue scarpine con gli occhietti che sgambettano sotto gli sguardi vigili della mamma e della nonna.
Una fotografa con una sciarpa rossa che coglie il presente sospeso.
Un presente condiviso e così differente per ciascuno.
All’interno di vite semplici.
(non ho mai cucinato così tanto, fatto centinaia di lavatrici e lavastoviglie come in questo periodo).
Con lo shopping compulsivo fatto di solfinie e margherite. Di aperitivi in giardino con Blu a base di Spritz e le immancabili patatine rustica.
Una frenata brusca dopo i ritmi frenetici senza sosta mai.
Ho lasciato il Liberty nero e ho camminato. Cammino ancora e mi guardo attorno. Mi lascio stupire da quello che vedo.
Alla ricerca di luoghi in cui vivono cose non ancora vissute.
Per i dettagli sull’architettura rimando al post del 21 marzo.
Per i consigli e commenti e altro fate voi. Sono sempre benvenuti.