Le case degli altri
E poi ci sono le case degli altri.
Quelle che progetti tu stessa, dal primo sopralluogo in punta di piedi all’inaugurazione con il bicchiere di bollicine in mano.
E ogni volta c’è quell’emozione. Quella del nuovo viaggio, del dai fai i bagagli che si parte. Per dove? Non so ancora, intanto muoviamo i primi passi.
L’emozione e la curiosità per quella che diventerà un’avventura unica.
Un avvicinamento di conoscenza a quegli specifici spazi da abitare.
Sì perché casa non è una parola astratta come Amicizia Amore Libertà. Se dico CASA ciascuno sa cosa intendo, ognuno ha la sua nella mente o nel cuore, non importa.
L’ultima doveva essere TUTTA BIANCA nella mente dei compagni di viaggio. Ora una palette di grigi, verde salvia, azzurro polvere e blu balena.
Sì perché l’architetto entra per primo in una Casa, ne respira gli spazi, li prefigura e ti porta dentro quegli spazi, ti accompagna. Cerca di capire i tuoi comportamenti, le tue abitudini, i gusti (se ci sono).
Non disegna gli abiti da indossare negli ambienti da lui progettati come faceva van de Velde, maestro dell’Art Nouveau. Perché la casa appartiene all’architetto per un breve tempo, il tempo dell’avventura, poi inevitabilmente sarà di chi la abiterà.
E allora metti in campo quello che sai di psicologia, counseling o supervisione. Già lo fai per le amiche e per gli amici, sei allenata.
Di fatto sei capace di portare Luce nella vita e negli spazi delle persone.
E lei, la tua cliente, consapevole del percorso che stiamo facendo, oggi ha chiesto di fare le prove colore. È già entrata nella casa ancora cantiere.
In una delle ultime c’era il figlio bellocomeilsole che non mi ha mollato un attimo. Mi ha contestato (faceva il suo lavoro di giovane) e mi ha appoggiato tanto scelte. Lui è entrato dentro quando era solo un’idea rappresentata da planimetrie e viste 3d. E ho visto quel broncio perenne sorridere. Durante e dopo quell’avventura.
Poi come tutti i viaggi finiscono. È tempo di tornare a quella con i cornetti caldi di via Benaco, a un passo da Coppedè e tutte le volte posso scegliere se passare per il Muro Torto e dare una sbirciatina a Piazza del Popolo o attraversare Parioli e fermarmi alla Palazzina Girasole di Moretti.