Gli spazi della famiglia
E poi ci sono gli spazi della famiglia.
Quelli con le tavolate infinite e con i più piccoli a parte perché tutti non ci si entra.
Quelli dei fritti alla romana di Nonna Gina che ancora fumanti non facevano in tempo ad arrivare in tavola.
Del tradizionale pesce alla Vigilia (perché bisogna stare leggeri) e dei cappelletti in brodo e stracciatella e fettuccine al ragù e abbacchio con le patate il 25. Degli immancabili gamberoni di zia Rita e delle apparecchiature chic di zia Silvia. Del sei sciupata bella di zio, non mangi nulla (alla decima portata).
Delle risate per le barzellette di papà. Di zio Franco che intona Strangers in the night. Di zio Giancarlo che racconta dell’ultimo set.
Del profumo aspro dei mandarini. Del 22 le carozzelle con una sola erre, 33 l’anni de Cristo e 35 manicommio con due emme. Degli ambi da dividere in 4, dei tombolini pilotati, Del 7 e mezzo e sto.
Del rito dei pacchi da scartare, con quegli infiniti per… (suspense) Barbara da parte di zio, zia, la portiera, la cassiera del supermercato, la signora dell’ultimo piano e così via.
Delle tavolate a cui si sono aggiunte le nuove generazioni: Monica, Alessandro, Veronica, Irene, Edoardo, Marco, Agnese e Gabriele e dove hanno iniziato a mancare pezzi importanti. Non per questo dimenticati: ti ricordi di quando il sor’Angelo e Medoro… e di quando Rina…
I due grandi vecchi che avevano fatto la guerra. E La zia bella. Episodi che diventano storie e storie che diventano immancabilmente leggende.
Con le donne che dalla cucina correggono le leggende se c’è qualche errore. Esempio lampante di multitasking delle donne.
Un gran trambusto. Cibo come se non ci fosse un domani. Anche il capitone e la minestra di arzilla e broccoli, secondo le volontà di Nonno Angelo.
Giochiamo a Tombola? È ancora presto. Ma sono le 11…
Apriamo i regali? Aspettiamo la mezzanotte. Ma non si va a Messa? No, domani.
E nonna Gina PaoloCarloAndreaBarbaraaa. I nipoti in rigoroso ordine cronologico prima di arrivare al mio. Sì nonna Barbara. Dai su aiutami a sparecchiare. Perché io? Perche sei femmina. No e poi no. Allora Paolo Carlo Andrea e BARBARA aiutate su.
E mettete i dolci sul tavolo.
Il Panettone? No tutto: Pandoro, torrone bianco, torrone bianco e nero, pure quello delle sorelle Nurzia, il pan giallo e il pan pepato di zia Velia.
Giancarlo, Franco, Roberto date una mano? Le nonne neanche ci provano a chiedere aiuto.
Uh ma ci siamo dimenticate dell’insalata!
Bona col torrone.
Ritaa! Quale Rita?
Giancarloo! Quale Giancarlo?
Nella mia famiglia pure i nomi doppi, come se non ci fosse già abbastanza entropia.
La frutta secca ecco cosa mancava, eh sì mancava proprio.
Ma il caffè? Bella di nonno eccoti i soldi vai al bar che facciamo prima.
Un attimo! Arriva. Andate di corsa?
Intanto taglio il panettone. Ecco bravo fa qualcosa, che qui facciamo tutto noi.
Sì le donne cucinavano (tanto). Gli uomini mangiavano (tanto).
Le donne dettavano i tempi, anche quelli comici. Davano il ritmo delle feste e dello stare insieme in famiglia. Le coppie recitavano il loro copione alla Sandra e Raimondo.
E gli zii Ada e Franco vestiti sempre di tutto punto spettatori della messa in scena del Natale come i vecchietti del Muppet. Tanti sorrisi, tante risate, qualche lacrimuccia. I musi lunghi duravano poco.
Complicità, amore, fratellanza, sorellanza anche tra cognate, cuginanza.
Una filigrana di relazioni familiari tessute con sguardi, battute, ricordi, anche silenzi.
È mezzanotte. Buon Natale Buon Natale.
19 i soldati 90 la paura.
Eccolo il profumo dei mandarini, perché un tempo non c’erano le clementine.
Orgoglioso di essere stato protagonista di quei momenti unici.
Orgoglioso di avere una cugina che riesce sempre a descrivere sensazioni uniche vissute.
Orgoglioso di essere riuscito a mangiare tutto quel ben di dio che c’era e averlo digerito!
Daje 💛♥️
orgogliosa di avere un cugino come te, memoria fotografica della famiglia!